martedì 23 dicembre 2008

Pressa Lee Pro1000 - Problematiche


La semplicità della meccanica rende la Lee Pro 1000 sensibile ad alcune problematiche. Di seguito elencherò le mie personali negative esperienze e la loro soluzione.
Innanzitutto i 3 fori necessari per l'installazione al piano sono in unità di misura americana: la circonferenza del foro è di 0,9 mm; in Italia (o meglio in EU) le ferramenta hanno solo attrezzi per il foro da 0,8 o 1. Dovremmo ripiegare sull'arte dell'arrangio, utilizzandoo per forza di cose il foro da 10mm, fatti i buchi in corrispondenza dei fori di fissaggio della pressa, personalmente ho utilizzato del cartone per riempire lo spazio nel foro ed evitare qualsiasi "gioco" di movimenti che si possano creare; (mi raccomando allo spazio necessario al piantone della pressa, che deve riuscire ad alzarsi ed abbassarsi senza ostacoli o frizioni). Poi ho utilizzato 3 viti da 0,8mm lunghe 8 cm e 6 ranelle e dopo una bella stretta, ecco installata sul piano la nostra pressa.

Un colpo di olio alle parti in movimento adesso non ci sta male (la Lee garantisce la pressa a vita se essa viene effettuato quel minimo di pulizia e oliaggio).
Ora si tratta di effettuare delle prove, per avere la giusta lunghezza del piantone che spinga fuori l'innesco usato senza entrare troppo ma neanche avere la possiblità che alcuni inneschi particolarmente ostici non riescano ad essere espulsi (ho notato una durezza maggiore nei bossoli della Winchester, anche a voi?).
La seconda prova è quella del 3° stadio: la palla deve entrare in maniera corretta e per una lunghezza TOTALE della cartuccia completa pari a 2,95 cm MASSIMO! (tabelle CIP alla mano). Da 2,9 a 2,95 va benissimo, e fidatevi che non è poco: basta sfiorare il crimp die che noteremo un divario enorme sulla lunghezza finale della cartuccia.
Una lunghezza minore comporta una maggiore pressione all'interno del colpo, cosicchè tutta la nostra attenzione sulla dose di polvere immessa sarà vana!
Una lunghezza maggiore potrebbe comportare un incastro del bossolo in fase di espulsione dal nostro otturatore dopo lo sparo.
Non abbiate paura di sprecare materiale, grazie ad un martello cinetico potremo acquisire nuovamente palla e bossolo separati.

Ora viene la parte che merita più attenzione: il 2° stadio. Dobbiamo assicurarci una perfetta entrata dell'innesco nella sua sede e la giusta quantità di polvere nel bossolo.
La fase di innesco avviene grazie al plate prime (piattino porta inneschi), che incanala uno ad uno gli inneschi e al passaggio del shell plate tra il primo e il secondo stadio (solo se presente un bossolo in sede) sgancia un innesco che poggierà su un supporto. Grazie ad una spinta della leva otterremo l'entrata dell'innesco in sede.
Spesso e volentieri questo innesco che poggia si rovescia o si muove, ottenendo un bossolo con un innesco girato, piegato o curvo.
Questo succede se la pressa oscilla sul piano, se è presente un po di polvere che può otturare anche parzialmente questo canale di invito o sul supporto per l'innesco.
Talvolta capita che un innesco cada in un piccolo spazio tra la fine del canale e questo famoso supporto, inceppando così la pressa; e magari in tutto questo facciamo forza sulla pressa bloccata, eseguendo così un altro giro di leva, che libererà sì il bossolo dallo stadio, ma il bossolo pronto per la sequenza degli stadi entrerà in circolo, liberando così un'altro (inutile) innesco che sommato a quello di prima creerà una situazione complicata: un innesco incastrato e un altro pronto per l'inserimento.
Bisogna fermare l'incanalazione degli inneschi (un stuzzicadenti piegato è l'attrezzo che uso io, e non ho ancora trovato nulla che lo sostituisca in questo compito!),
fermare l'entrata dei bossoli dal case collector (la torre che porta in se i bossoli pronti per le operazioni), chiudere l'uscita della polvere, togliere i bossoli dagli stadi e a pressa "libera" potremo operare per eliminare gli inneschi incastrati e approfittarne per una pulizia del supporto e delle parti meccaniche. Il manuale parla di 100 inneschi che possono essere messi nel piattino, anche se ce ne stanno comodamente 200 e passa, teniamo questo limite: il peso provocato da tutti questi inneschi dentro il canale di inserimento potrebbe liberare 2 inneschi anzichè 1 solo durante il passaggio dal 1° al 2° stadio con i problemi di cui sopra.
100 inneschi è la dose giusta e suggerisco di non lavorare con meno di 10 inneschi nel piattino, si crea il problema opposto: il poco peso non riesce a spingere un innesco sul supporto, magari ostacolato da un paio di granelli di polvere (da sparo, si intende..). Ulteriore consiglio è che con un elastico facciamo tirare (non troppo) un po di più il piattino porta inneschi alla pressa, ho notato che inceppi del genere sono molto meno frequenti.
Dopo la parte innesco & co. passiamo al lato polvere. Il rilascio della polvere avviene facendo spingere il bossolo innescato verso l'alto, aprendo una valvola che fa cadere la quantità di polvere desiderata al suo interno. FATE SEMPRE DELLE PROVE MICROMETRICHE, ANCHE SE SCRITTO SULLE TABELLE UFFICIALI FATE SEMPRE DELLE CONTROPROVE DI PESO PER ASSICURARSI L'ESATTA QUANTITA' DI POLVERE IMMESSA!!! Il sistema di riportare la valvola in posizione di chiuso è affidato ad una catenella di metallo, la quale quando la valvola è aperta (e il bossolo si trova in alto) è in trazione, e abbassando la leva permette di ritornare in basso e chiudere la valvola. Tutto sta nel trovare il punto esatto di fissaggio perchè si compia correttamente questo meccanismo.

Dopo circa un paio di mesi di utilizzo e poco più di 500 colpi fabbricati d'improvviso il piantone centrale non scorre più su e giù, la leva non comanda più lo shell plate.
Si è allentata la vite di fissaggio della morsa al perno. Occorre semplicemente stringerla. Ricordo che la pressa è americana, tanto quanto i fori dell'installazione, anche le viti esagonali "parlano" US.. Serve un set di brugole americane, 5 euro in armeria ed eccole qua (grazie Adri per avermi prestato la tua la prima volta..), la chiave in esame è la misura 9/64. Una tirata e via di nuovo al lavoro.

Un giorno mi reco al poligono, operazioni di registrazione, entro in piazzola. Carico, scarrello e il carrello non si chiude. rimane per 5 mm aperto.Durissimo ad aprirsi.
Ho 100 colpi della esatta lunghezza ma ancora svasati e "cicciottelli" alla bocca del bossolo. Ho sì crimpato, ma la strozzatura non ha funzionato.
Si è allentato non la vite del crimpaggio della palla, ma quella di tutto il crimp dies. La stringo ed effettuole dovute prove.

Altri problemi non ne ho personalmente avuti. Come vedete pur essendo una robusta, semplice e compatta pressa necessità di costanti attenzioni ad ogni seppur minimo particolare. Come ultimo punto a sfavore mettiamo anche il fatto che gli inneschi usati spinti fuori non sono accessibili,occorre smontare tutta la pressa e recuperarli manualmente in uno spazio ricavato tra pressa e piano di appoggio. I miei consigli finali sono quelli di fare sempre una manutenzione programmata, e di avere minimo un 5% di controllo a campione sul colpo finito per quanto concerne lunghezza totale, peso del colpo e quantità di polvere inserita, è tutto a nostro vantaggio: non pensate mai che una volta trovati i parametri corretti e dopo aver "sfornato" un centinaio di colpi tutti precisi non dobbiamo più curarci di queste cose. La meticolosità è la base di partenza della ricarica.

Voglio come ultima cosa rimandarvi ad un ottimo link in italiano di spiegazioni extra-manuale di questa pressa: http://www.lsoft.it/armi/Pro1000/pro1000.htm

Con l'augurio che vi sia servito come base di partenza, mi aspetto correzioni, ulteriori esperienze e altre annotazioni.

lunedì 22 dicembre 2008

Pressa Lee Pro1000 - Installazione

La pressa (Turret) ha un supporto di un simil-triangolo, il cui ipotetico lato di base misura 10cm e i lati obliqui 8,5cm.
Mi sono procurato un tavolino (grazie ancora a Marco!) di ferro 65x43 con il piano in legno compensato robusto di 3 cm di spessore (deve resistere nel tempo a forze di trazione). Ovviamente la pressa va messa a ridosso del piano, avendo cura di lasciare lo spazio (nel mio caso) 3mm dal bordo del piano, in modo che il perno possa alzarsi ed abbassarsi senza frizioni e ostacoli. La parte più complicata in sede di installazione è stata l'esatta lunghezza della catenella di richiamo che permette la fuoriuscita della polvere.
Ogni stadio va provato e riprovato, dobbiamo avere la certezza della buona riuscita della nostra cartuccia.
Il 1° stadio funziona come segue: al primo giro di leva (intendiamo il movimento alzo/abbasso compiuto per intero), il bossolo rivolto con il fondello verso il basso viene spinto e fatto "abbracciare" dallo shell plate (un disco che ha sulle estremità 3 incavi della stessa larghezza del fondello), al secondo giro di leva il bossolo viene fatto alzare nell'expanding dies, grazie al piantone di metallo all'interno di quest'ultimo il vecchio innesco viene estratto, e la bocca del bossolo viene svasata (allargata nella estrema circonferenza) e nell'abbassare la leva, lo shell plate ruota verso il secondo stadio.
Nel 2° stadio al nostro giro di leva il bossolo viene innescato (basta spingere la leva in avanti per far alzare un piccolo supporto sul quale poggia il nuovo innesco, portato fin lì grazie al piattino innescatore (auto prime), nel momento in cui alziamo la leva il bossolo innescato viene fatto alzare, entra dentro il "canale" del dosatore, il quale alzando quest'ultimo rilascia la quantità di polvere desiderata. Anche qui mentre abbassiamo, il plate gira e ci porta al 3° stadio.
In quest'ultimo dobbiamo manualmente poggiare la palla sulla bocca del bossolo svasato, e alzando la palla entrerà nel bossolo, e quest'ultimo verrà "strozzato" per eliminare la svasatura. Abbassando la leva ed ultimando il nostro 4° giro di leva il proiettile verrà indirizzato verso un canale posto sulla sinistra ed avremo il nostro colpo pronto per essere sparato.

Teniamo conto che nel frattempo che abbiamo completato tutto questo, avremo 3 bossoli pronti sui 3 spazi del plate, poichè ad ogni giro di leva, corrisponde un avanzamento di stadio.

domenica 21 dicembre 2008

Pressa Lee Pro1000 - Panoramica

La mia pressa è una Lee Pro 1000.
Ho sentito molte critiche a riguardo da parte di miei colleghi appassionati. E' vero, non è automatica, a volte si bestemmia per colpa dell'auto prime (il piattino che automatizza l'instradamento e l'inserimento degli inneschi), il quale a volte fa "saltare" l'innesco (e lo incapsula storto) a causa dello sporco o di un po di polvere; bisogna avereun occhio di riguardo quando manualmente si inserisce la palla, però tenete conto che mi è stata regalata (un buon risparmio di partenza, grazie ancora Marco!) e penso sia OTTIMA per chi inizia. La cura e l'attenzione che esige questa pressa unita alla semplicità della meccanica e al basso costo, fa a mio parere un buonissimo prodotto per il giovanericaricatore.

E'formata da: base Turret, Shell plate cal. 9(il "piattino" che abbraccia il fondello e
accompagna il bossolo nelle diverse fasi fino alla fabbricazione del proiettile),l'expanding
dies (è il 1°stadio della pressa: svasa la bocca del bossolo e con uno spillo di acciaio spinge fuori l'innesco usato), l'auto prime (vedi sopra), il dosatore della polvere completo di dosatore micrometrico (a parte i microdisc), e il crimp dies (l'ultimo stadio, nel quale si appoggia la palla nell'invito del bossolo svasato, in seguito la palla viene pressa nel bossolo, e il bossolo viene "strozzato" per togliere la svasatura.

3 stadi: svasatura bossolo ed estrazione innesco, inserimento nuovo innesco e immissione
della polvere, appoggio palla e crimpatura. Semplice a quanto sembra. in realtà L'ATTENZIONE
NON DEVE MAI VENIR MENO DURANTE L'OPERAZIONE DI RICARICA!. MAI pensare di aver raggiunto un grado di sicurezza, e velocizzare l'andatura di alzo/abbasso della leva.

Abbiamo 2 occhi e 3 stadi da seguire, sempre attenzione! i risultati potrebbe essere
disastrosi!

sabato 20 dicembre 2008

..TUTTO COMINCIO'.....

Come tutte le madri, anche la mia ha provato a farmi fare sport, di qualsiasi tipo, e tutti contro il mio parere. Con risultati disastrosi, nel vero senso della parola. Calcio, basket, vela, rugby,karate, tennis, però lo devo ammettere. Sono proprio negato...
Un giorno, 16 anni appena compiuti, accompagno un amico poco più grande di me al TSN di Verona. Praticava da 2 anni il tiro con pistola ad aria compressa 10 metri. "Prova", mi fa lui. Una Pardini mi ricordo. Mi spiega velocemente come mirare e come premere il grilletto. 9, poco sotto il centro.
Grazie Matteo, con quel tiro mi hai aperto una passione.

Finisce il militare, per conoscenza, al 4°rgt a. c/a "Peschiera", a Mantova. ottima esperienza di vita, che io personalmente renderei obbligatorio come fino al 2006.
Decido di riprendere in mano quella passione che ho tralasciato negli ultimi tempi.
Mi informo, e decido di fare il porto d'armi per il tiro al volo. (a conoscenza dei neofiti, è quello più "libertino", non significa che devo per forza sparare con un fucile ad un piattello come molti pensano.. qui spiega BENE cosa si può fare e cosa detenere, e qui i documenti necessari per il rilascio o il rinnovo.

Ecco un occasione presso il mio amico Guido (Armeria Casnici, Verona): gli è appena arrivato una cassa sdoganata da Bignami, contiene un Mosin Nagant 91/30, monomatricola, completo di buffetteria. 150 euro, per avere in mano, è il caso di dirlo, un pezzo di storia.
Mi capirete, osservare un fucile del genere in mano ti riempe di domande al limite del paranoico: ha fatto la guerra questo fucile? Dove? quanti soldati ci hanno sparato con questo? ha colpito a morte qualcuno? e magari essendo russo, avrà sparato contro qualche mio connazionale ai tempi della grande guerra.. e se si, chi era?
Potremmo star qui a parlare di guerre e conflitti, dei perchè e percome, ma non siamo qui per questo.
Abbandoniamo questo lato, a volte triste, del possedere un'arma di ex-ordinanza.

Neanche a farlo apposta, mio zio mi chiama. Mi informa che detiene un'arma che è appartenuta a mio padre (che saluto, mi guarda sempre dalla tribuna celeste). Una Bernardelli modello 60 in calibro .22 lr, acquistata nella vecchia armeria di Bardolino (VR) nel 1975, e ha sparato 50 colpi se sono tanti. Visto che ora ho la possibilità di detenerla, "è giusto che la tenga tu", dice lui. Grazie per la correttezza Falco, sono in debito!

Studi una cosa, e nella vita farai sicuramente altro. Così finisco a fare la GPG, bel lavoro devo ammettere, mi piace sinceramente e non lo avrei mai detto. Comunque, per lavoro devo avere un decreto prefettizio, un porto d'armi per difesa personale, e un arma. corta semiautomatica o revolver non importa, a me la scelta. Torno da Guido, ha una Walther P99 in 9x21. Ci penso, ne parlo in giro e ricevo solo ottime referenze per questa mia futura collega di lavoro. La compro, la uso e ne sono molto più che soddisfatto.
Ma i colpi costano. va bene tutto, ma 17 euro per 50 colpi della Winchester in 9 si fanno sentire.
Ho un parente, Marco, di grado un po lontano, ma ci siamo sempre frequentati spesso. Ricarica da almeno 25 anni. Ha una bellissima collezione di armi corte e lunghe, con una ricca esperienza sulla ricarica delle cartucce. Voglio avvicinarmi anch'io a questa attività. Ma come ben sapete, i costi iniziali sono altini,e bisogna davvero fare i conti se conviene o meno.
Halloween 2007.Compio 24 anni, mi chiama Marco: "ho un regalo per te". Una Lee Pro 1000, completa di dies per il 9, bilancina Lee, martello cinetico. Grazie Marco, che regalo mi hai fatto!!

Da qui parte la mia esperienza, la voglio condividere con i neofiti come me e accrescere con tutti gli "anziani" del mestiere.

BENVENUTI

..altro spazio rubato alla rete, qualcuno dirà..
Spero proprio di non sia così, ho pensato tanto se mettere su o meno questo blog.
D'altronde i dati di ricarica sono reperibili ovunque, e dopo dello studio chiunque può cominciare ad avvicinarsi a questa attività, anche senza l'ausilio di questo sito.
Ma ciò che lo rende particolare per me, è il fatto che questo è il MIO spazio, nel quale ci si può confrontare, valutare prodotti e condividere nozioni e conoscenze, cose che in questo campo non si finisce mai di imparare.

Avviso subito, tratterò più che mai il comunissimo calibro 9x21 IMI, certo senza tralasciare tutti i suoi "amici" più o meno piccoli.
Parlerò anche dei miei fatti privati, certo, altrimenti che blog sarebbe?!
E forse non avrò quella costanza a scrivere che certi blog hanno, ho anch'io una famiglia, un lavoro e degli impegni.

Ho voluto il blog libero, esente da iscrizioni forzate, chiunque può scrivere commenti o altro, voglio che sia uno degli spazi per tutte le persone interessate alla ricarica, alle armi e più precisamente a quelle di ex-ordinanza.

Voglio però ribadire una cosa: siamo esseri umani, e sbagliare è umano.
I dati riportati in questo spazio sono da prendere con le pinze, non come oro colato.
Un errore di battitura nella quantità personale che ognuno utilizza e il neofita che prende alla lettera quel dato, involontariamente errato, scoprirà purtroppo a sue spese cosa vuol dire una dose eccessiva o una non perfetta fabbricazione del proiettile che sparerà nel poligono.

IO NON SONO UN ESPERTO, E NESSUNO LO SARA' MAI!!!!!

Certo è che con attenzione, passione e MAI con pressapochismo, in sicurezza potremo fabbricare cartucce destinate alla nostra attività venatoria, alla nostra attività agonistica o più semplicemente per scaricare nervi, tensione e... caricatori :-)